Storia di Giustizia

Scopri la lotta di Giuseppe Destratis per la giustizia

Chi Siamo

Un impegno per la verità e i diritti dei pazienti

Chi sono

Mi chiamo Giuseppe Destratis e attraverso questo sito voglio raccontare la mia storia, condividere la mia esperienza e chiedere giustizia per i traumi subiti. La mia vita è stata un percorso difficile, costellato di soprusi, violenze e ingiustizie che hanno profondamente segnato il mio corpo e la mia psiche.

Sono qui per far sentire la mia voce, per gridare al mondo che non sono solo una vittima, ma un sopravvissuto. Ogni parola che scrivo è un atto di coraggio, un tentativo di ricostruire la mia dignità calpestata da anni di abusi e maltrattamenti. Non cerco pietà, ma comprensione e soprattutto giustizia.er i traumi subiti.

La mia Storia

I Traumi Subiti

A 17 anni il mondo è crollato addosso a me. sette uomini mi hanno aggredito, mi hanno tolto la libertà, mi hanno violentato con una brutalità che toglie il fiato. Ricordo solo brandelli: la paura, il senso di impotenza, i vestiti sporchi di sangue quando sono tornato a casa.

Quella violenza non è stata un episodio isolato, ma l’inizio di un incubo che si è ripetuto più volte. Siringhe piene di sale, pastiglie che mi hanno rubato la memoria, mani che mi hanno puntato contro senza pietà. Il mio corpo porta i segni di ogni singola di queste violenze.

Missione e Valori

Il Tradimento del Sistema

Spacious hospital room with several empty beds and medical equipment, emphasizing healthcare and hygiene.

Le False Diagnosi

Nei centri di salute mentale sono diventato un prigioniero di un sistema che avrebbe dovuto curarmi, ma mi ha solo ulteriormente danneggiato. Nel 2004, mia sorella mi ha portato in una struttura dove dei medici, senza nemmeno ascoltare la mia storia, mi hanno diagnosticato schizofrenia paranoica. Mai una volta gli avevo parlato di allucinazioni, eppure quella diagnosi è diventata un marchio che ha condizionato ogni aspetto della mia vita.
Nel 2009, in un’altra comunità, la situazione è peggiorata. Mi somministravano farmaci a raffica, senza mai spiegarmi cosa stessi realmente prendendo. Ero come un oggetto, non un essere umano. Ogni pasticca era un ulteriore tassello di un puzzle che mi stava cancellando, privandomi della mia identità, della mia voce, della mia capacità di comprendere cosa mi stesse accadendo.

Il Fallimento Medico

L’abbandono da parte del sistema sanitario ha raggiunto il suo apice quando ho rischiato di morire più volte sotto gli occhi di medici che avrebbero dovuto proteggermi. Ricordo quella notte in ospedale, con il battito così debole che sembrava sul punto di spegnersi. Ho atteso 12 ore seduto, mentre nessuno mi visitava, nessuno ascoltava i miei sintomi.
Quando finalmente mi hanno rianimato, è stato solo dopo essere quasi morto. Tre ore e un quarto di rianimazione, un tempo che sa di miracolo e di condanna. La dottoressa, invece di prendersi responsabilità, ha cercato di farmi dimenticare tutto somministrandomi altre pastiglie. Persino un medico specializzato nei problemi cardiaci mi ha fatto perdere mezzo litro di sangue, rischiando nuovamente la mia vita.
Il sistema non mi ha curato. Il sistema mi ha quasi distrutto.

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