Un Grido di Giustizia: La Mia Storia di Abusi, Traumi e Sopravvivenza

Abstract monochrome photo of a hand reaching towards a window, symbolizing longing.

Mi chiamo Giuseppe, ho 45 anni. Appena nato, mi hanno esposto a lampi e tuoni e mi hanno fatto una puntura nel culetto: ero viola.

A tre anni, tre uomini mi hanno preso. Mi hanno fatto piangere e, dopo, mi hanno dato una caramella. Dicevano che quella caramella mi avrebbe reso “down mentale”. Mi hanno tolto la memoria e, di conseguenza, non ho potuto studiare.

A diciassette anni, un uomo mi ha portato al mare. Mi ha violentato e ha chiamato altre persone: in tutto erano sette. Mi hanno dato delle pastiglie per addormentarmi e mi hanno violentato tutti e sette. Poi mi hanno punto con una siringa nel testicolo sinistro. Giocavano con la siringa, continuando a colpirmi. Hanno anche filmato tutto. Sentivo tutto con le orecchie, ma non potevo reagire. Mi prendevano continuamente con siringhe di sale, che causavano un dolore insopportabile.

Nel 2004, mia sorella mi ha portato in un centro di salute mentale. Un giorno, ci sono andato da solo. La prima dottoressa mi ha detto di prendere delle pastiglie. Le ho risposto di no. Ha insistito per 15 minuti affinché firmassi un foglio. Alla fine, in un momento di debolezza, ho accettato. Da quel momento, tutto è iniziato. Mi dava sempre più pastiglie, promettendomi che in due anni sarei potuto tornare a lavorare.

Ero entrato nel centro solo perché soffrivo di dolori alle gambe dovuti a una nevrosi. Ancora oggi, le gambe mi fanno male. La prima psichiatra mi ha diagnosticato la schizofrenia paranoide. Non sapevo nemmeno cosa significasse. Le ho chiesto una casa perché continuavo a subire siringate di sale. Mi ha fatto entrare in una comunità terapeutica.

La seconda psichiatra mi ha promesso che in due anni mi avrebbe trovato una casa, ma mi dava sempre più farmaci. Intanto, il dolore alle gambe non migliorava. Mi hanno mandato in un gruppo appartamento. Anche lì prendevo siringate di sale e la psichiatra urlava contro di me. Era una violenza psicologica continua.

Nel terzo appartamento, ho subito una siringata di sale fortissima al piede. La psichiatra continuava a gridare. Nel 2017, finalmente mi hanno dato una casa, ma continuavo a essere perseguitato e a subire siringate di sale.

Nel 2020, ho chiesto alla psichiatra di cambiare terapia. Mi ha dato un farmaco così potente che mi sentivo senza forze. Lei e un infermiere sono venuti a casa mia, mi hanno fatto un elettrocardiogramma, ma lei non lo ha controllato. Poi sono andato in ospedale, dove una dottoressa ha scritto che dicevo bugie. Non mi hanno curato.

Dopo due o tre mesi, ho chiamato un’ambulanza. Dopo 12 ore di attesa, un dottore ha scoperto che il mio cuore aveva zero battiti. Nel 2022, mi hanno messo un defibrillatore e mi hanno operato, rianimandomi per tre ore. Quando mi sono svegliato, ho sentito parlare di piani per farmi morire. Dicevano che avrebbero usato armi atomiche in 25 stati.

I dottori mi hanno detto il nome del farmaco che mi aveva fatto male, ma solo a voce. Quando ho provato a denunciare tutto, la dottoressa è entrata in ospedale per farmi dare pastiglie che toglievano la memoria. A casa piangevo ogni giorno perché perdevo la memoria per una o due ore.

Nel 2023, ho scoperto che la schizofrenia paranoide include allucinazioni, ma io non ne ho mai avute. Adesso soffro di piedi gonfi, mal di testa, claustrofobia e vertigini. La nevrosi alle gambe è peggiorata. Prendo 11 farmaci per il cuore e psicofarmaci per dormire. La dottoressa mi diceva ancora che dovevo morire. Mi sento stanco, senza forze.

Nel 2022, un dottore mi ha fatto perdere mezzo litro di sangue. Ho subito continui abusi fisici e psicologici. Sono traumatizzato, depresso, con dolori alle gambe, ai polpacci e ai linfonodi inguinali. Oggi devo stare sotto i 25 gradi perché il farmaco mi ha rovinato la testa.

Vorrei un aiuto legale per chiedere giustizia. Voglio che queste persone paghino per quello che mi hanno fatto: abusi, siringate di sale, farmaci che mi hanno tolto la memoria e hanno quasi causato la mia morte. Chiedo una perizia per dimostrare la mia sanità mentale e la possibilità di ottenere un porto d’armi per legittima difesa.

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